Sono trascorsi ormai due anni da quando la società in cui lavoravo ha chiuso l’attività: così, da Aprile 2021 mi sono buttata a capofitto a studiare e frequentare ciò che più mi appassiona ed interessa.
Dopo il WSET, ho iniziato il mio percorso con l’AIS per diventare sommelier (“in progress”), ho concluso un Corso di Management sul Turismo Enogastronomico e infine un Master in Social Media Management.
Nel frattempo, tanti incontri e nuovi contatti grazie a Vinitaly, Wine2Wine, Slow Wine, eventi dedicati ad approfondire temi quali sostenibilità e politiche ambientali…
Con grande piacere ho potuto lavorare accanto ad una cantina del Friuli-Venezia Giulia, ho conosciuto importanti brand scrivendo per un e-commerce di vini posizionato in fascia medio-alta, ma non sono mancate occasioni per conoscere anche altri ambiti quali l’orologeria e la finanza agevolata.
VERSIONE 1 — Dove si va ora?
Più passa il tempo e più aumenta il mio desiderio di dedicarmi al mondo Wine & Hospitality, più passa il tempo e più cresce la mia curiosità per ciò che sta dentro e soprattutto fuori la bottiglia: esperienze, luoghi, persone… Credetemi, il vino è un “escamotage” straordinario per gustare il mondo in cui viviamo.
Il mio primo punto di approdo è dunque confermato: Wine & Hospitality.
Certo, esistono realtà più o meno sane, più o meno valide, ma proprio per questo è corretto dare voce e visibilità alle nostre eccellenze.
La bottiglia sul tavolo del consumatore è l’ultimo step del lungo lavoro di una cantina: organizzazione, corretta gestione dei costi, efficienza e Comunicazione pesano tanto quanto l’ottima qualità del vino.
Quale è il mio lavoro?
Gestire e controllare i tanti aspetti della comunicazione aziendale,
in sinergia con tutte le aree operative e nel contesto
di un piano di crescita commerciale a medio-lungo termine.
Sono in target con questa premessa le realtà propense ad approcciare il mercato con una strategia di lungo periodo, non necessariamente grandi nei numeri ma necessariamente grandi nella capacità organizzazione.
Ma non lo nego, non sono molte le aziende in Italia pronte ad accogliere una posizione simile. E allora?
VERSIONE 2 — Dove si va ora?
La realtà è che la maggior parte delle aziende – in TUTTI i settori – spesso si concentra solo sulla vendita, fondamentale, ma che è inevitabilmente conseguenza del lavoro che sta tra produzione e consumatore finale.
Si confonde spesso la comunicazione con la vendita: ma la comunicazione non è vendita, tanto meno un “porta a porta” a %! Mi sono trovata a far fronte anche a situazioni lavorative non proprio soddisfacenti per questo misunderstanding…
Difficile far percepire in cosa consista concretamente il mio lavoro:
dire comunicazione è dire nulla, ma avete ragione!
C’è troppo di tutto: canali social, eventi, web magazine, fiere digitali, fiere tradizionali, blogger, giornalisti, piattaforme e-commerce, podcast, interviste, riviste specializzate, incontri B2B, stampa, TV, radio…
Chi ha il tempo di capire cosa fare, quale canale scegliere, studiare cosa dire e come, seguire e coordinare tutti i passaggi, verificare che tutto proceda al meglio…
Questo è il mio lavoro:
gestire e controllare i tanti aspetti della comunicazione aziendale,
filtrare il “troppo di tutto” per investire solo su ciò che serve.
Un servizio disponibile anche nel breve periodo, per rispondere ad una esigenza “temporanea”,
talvolta anche online (SERVIZI ONLINE).
È il momento di tirare le somme:
perché “sliding doors”?
(preferenze personali per il film a parte)
Dalla stessa realtà sono scaturiti scenari diversi, rivolti a target diversi e con soluzioni diverse.
In entrambi i casi, io mi occupo di gestire le attività di Comunicazione: l’organizzazione di eventi privati, la partecipazione a fiere di settore, la redazione e diffusione di comunicati stampa, il contatto con i giornalisti, la stesura di testi (istituzionali, commerciali, tecnici), attività di pubbliche relazioni, la pianificazione pubblicitaria…
Ciò che cambia è semplicemente la modalità del mio intervento. Il medio-lungo termine consente naturalmente di amplificare l’effetto di ogni attività, ma anche nel breve-termine si possono impostare ottime fondamenta per valutare in seguito se/come proseguire, in continuità con quanto realizzato.
Che sia una collaborazione a lungo o a breve termine, l’importante è raggiungere il risultato.
E voi, per la vostra azienda, quale versione preferireste?