Per il 2022 avevo augurato a tutti un anno all’insegna della genuinità in tutte le sue sfaccettature. Come è andato questo primo “quasi” mese?
Partiamo dal concreto: se vi chiedessi di pensare al concetto di genuinità, quale sarebbe il vostro primo pensiero? Probabilmente il cibo, genuinità + food = BIO… o sbaglio?
Ho fatto quasi in automatico questo percorso (spero di non essere l’unica), e ho voluto indagare un po’:
cosa c’è dietro al BIO? Una semplice moda o una tendenza destinata a durare nel tempo?
Nel 2021 si è parlato di una vera e propria “rivoluzione BIO”: i dati presentati dall’Osservatorio SANA 2021 (curato da Nomisma) hanno confermato un aumento delle vendite in Italia pari ad un +5% rispetto al 2020 per un valore di 4.6 miliardi di euro. Numeri che certificano la crescente ricerca dei consumatori di alimenti sani e rispettosi per l’ambiente, ancor meglio se locali.
Altro dato interessante è la crescita nella Distribuzione Moderna dei canali Discount ed eCommerce per l’acquisto di prodotti BIO, canali che hanno registrato rispettivamente un +11% e addirittura un + 67% rispetto allo scorso anno. Stabile il venduto negli Ipermercati.
Positivo anche l’export BIO che ha segnato un +11% (in linea con il +10% dell’export agroalimentare made in Italy), un dato che ha portato l’Italia ad essere al secondo posto nella classifica globale dei paesi esportatori di prodotti biologici, subito dopo gli Stati Uniti e molto distante dagli altri primi competitor quali Spagna, Cina e Francia.
Ma chi sono i BIO Consumer?
- Reddito mensile e titolo di studio medio-alti
- Famiglie con figli (in particolare minori di 12 anni)
- Vegetariani o vegani
Quali motivazioni spingono ad acquistare biologico?
- garanzie sulla qualità e i benefici per la salute (64%)
- curiosità (57%)
- rispetto per l’ambiente (42%).
Altra forte motivazione è data dai valori etici che il BIO incorpora: rispetto delle biodiversità, del suolo, del benessere animale e il giusto compenso dei lavoratori sono ottimi motivi per sostenere il comparto.
Significativa è la provenienza: il 57% dichiara di comprare un prodotto BIO se gli ingredienti sono di origine italiana e il 37% se la sua provenienza è locale o a km 0.
Last but not least, il packaging: i consumatori si aspettano un pack in linea con i valori del prodotto (diversamente ne decadrebbe tutta la credibilità!). Il pack deve essere pertanto riciclabile e/o compostabile.
Una moda?
I presupposti parrebbero ben altri: negli ultimi 9 anni il numero delle famiglie acquirenti di prodotti biologici è aumentato di circa 10 milioni.
Il 54% delle famiglie italiane consuma cibo e bevande BIO almeno una volta a settimana, mentre il 50% dei responsabili degli acquisti alimentari ritiene il biologico la prima scelta, specie quando si tratta di frutta e verdura fresca, uova e prodotti per la colazione.
Nemmeno la pandemia ha modificato le abitudini d’acquisto, anzi il 25% dei consumatori di biologico ha addirittura incrementato la propria spesa in questa direzione.
Quali sono le potenzialità del BIO?
Sul mercato interno ci sono ancora ampi spazi di crescita: il consumo pro-capite annuo è pari a 60 euro, in Francia e in Germania rispettivamente 174 € e 144 € nel 2019 (Fonte: Fibl).
Comunicare i valori del biologico è cruciale in questo momento di transizione: dare informazioni (partendo dalle nuove generazioni anche con programmi nelle scuole), educare il consumatore ad alimentarsi nel rispetto di sé e dell’ambiente è fondamentale per portarlo alla conversione.
I valori da comunicare con più incisività?
- la tracciabilità del prodotto (per il 25%)
- i benefici per la salute (24%)
- le garanzie di sicurezza sottostanti la certificazione (23%).
Mi sembra piuttosto chiaro e promettente come il mercato legato al biologico sia solo agli inizi, ancor di più se lo si inserisce in un’ottica più ampia di sostenibilità.
La determinazione dei produttori:
il caso dell’Azienda Agricola e Caseificio EREDI CARIONI.
Dopo tutti questi numeri, permettetemi di concludere riportando alcune frasi di un’intervista rilasciata da un imprenditore agricolo della mia zona, parole che comunicano il vero sentimento del BIOLOGICO, perché non possiamo comprendere questo fenomeno senza comprendere le motivazioni che lo animano, la forza e la determinazione dei produttori che hanno scelto di intraprendere questo difficile percorso che si conclude sulle nostre tavole.
Tommaso Carioni, proprietario insieme ai fratelli dell’omonima azienda leader nel settore agroalimentare (www.carionifood.com) ne è certamente un esempio:
«Noi i nostri prodotti li mangiamo. Vogliamo rispondere ai bisogni dei consumatori nello stesso modo in cui rispondiamo ai bisogni della nostra famiglia. Questo ci rende perennemente insoddisfatti, abbiamo una continua fame di scoperta che non si sazia mai. Vogliamo mantenere fede alla tradizione, migliorando, cambiando, innovando, alla spasmodica ricerca del meglio».
E poi ancora:
“Viviamo soggiogati da una virtualità che ci vuole tutti uguali, omologati. Tanto nel pensare, quanto nel mangiare. Gli italiani dovrebbero imparare a fare la spesa facendosi guidare dal palato e non dagli occhi. Gli italiani dovrebbero imparare a non avere paura di essere loro stessi”.
«Il fulcro della mia attività è e resterà sempre la terra».
«Per l’azienda Carioni il BIO ad oggi rappresenta un’opportunità per emergere, ma anche un impegno sociale per cambiare la concezione di alimentazione. Immagino un futuro in cui il biologico sia accessibile a tutti e rappresenti la normalità».
Non nego il mio affetto e la mia particolare sensibilità al mondo agricolo che ho avuto la fortuna di frequentare e conoscere per molti anni: ho lavorato in diversi settori ma la genuinità, la verità, la forza, l’umiltà e allo stesso tempo l’esemplare determinazione che si respira nelle aziende agricole è tutto fuorché banale.
Vi saluto raccontando un aneddoto…
Qualche anno fa, mentre attraversavo le campagne della mia zona, una persona in auto con me mi disse:
“…ma Angela, dove vuoi che vada tutta questa gente? L’agricoltura è destinata a finire!”.
Rimasi zitta, senza parole: non so se fu l’assurdità, lo sdegno, l’offesa o il disprezzo per ciò che avevo udito ad ammutolirmi. Sicuramente non ho mai dimenticato quelle parole, e oggi sono davvero fiera di poter riportare l’esempio di un grande imprenditore agricolo – proprio della mia zona – che ha saputo trasformarsi ed evolvere nel tempo, un eccellente rappresentante di tutta quella filiera che continuerà a portare avanti una delle più importanti attività al mondo nel rispetto del nostro pianeta.
Per approfondimenti:
- Nomisma (https://www.nomisma.it/rivoluzione-bio-2021-osservatorio-sana-nomisma/#:~:text=Nel%202021%20le%20vendite%20di,sei%20mesi%20dell’anno)
- Azienda Agricola e Caseificio EREDI CARIONI (https://www.carionifood.com/)