Alle aziende:

quante volte vi hanno proposto di inviare newsletter con costanza e continuità ai (potenziali) clienti per invogliarli ad acquistare i vostri prodotti o a chiedere dettagli sui vostri servizi, e quante volte l’invio è andato a buon fine?

Ai consumatori:

quante volte avete aderito alla proposta di ricevere una newsletter da un brand per poi riceverne altre (chissà perché?!) che nulla avevano a che fare con l’azienda alla quale avevate dato il vostro consenso? Quante volte le informazioni sono state utili? Quante volte avete ricevuto newsletter inutili e fastidiose?

 

😒 Questa mattina ho dedicato quasi un’ora per annullare la mia iscrizione a diverse mailing list.

Perché mi sono iscritta? Forse perché inizialmente mi sono avvicinata ad un’azienda ritenuta interessante, ma alla lunga sono sempre le stesse chiacchiere unidirezionali a scopo sfacciatamente commerciale.

Non so voi, ma personalmente credo poco nelle newsletter inviate indistintamente

e in massa come sempre accade…

 

Credo invece questo strumento dovrebbe essere rivisto come un’occasione per avvicinare il proprio pubblico condividendo notizie anche non inerenti la propria realtà, come una lettera ad un amico che si ponga ad inizio di una conversazione, di uno scambio di opinioni e di interessi…

“Tempo perso” penseranno molte aziende…

Andate oltre: questo potrebbe essere l’occasione per un prezioso scambio di informazioni autentiche che le imprese dovrebbero imparare a raccogliere e ad analizzare come un patrimonio cruciale per impostare efficientemente le proprie attività commerciali.

 

E qui mi aggancio all’importanza dei DATI:

 

proprio ieri ho riascoltato un podcast (io li adoro!) in cui Carlo Vischi – advisor per molte imprese nel Food&Bevarage – rimarcava la necessità di saper gestire i dati per comprendere il mercato.

La comunicazione a senso unico non esiste più, ma esiste una comunicazione a doppio senso che è assai più utile poiché consente di incanalare le proprie risorse (tempo e budget) in modo mirato ed estremamente più redditizio.

Il discorso potrebbe proseguire approfondendo molti altri canali (social, sito web, e-commerce, etichette sui prodotti, dépliant, brochure, eventi…), ma a questo dedicherò un altro articolo.

 

PS: non invierò una newsletter… chi ritiene interessanti i miei contenuti mi leggerà comunque, e spontaneamente

 

#buonacomunicazione