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Siamo in molti ad interrogarci per scoprire la formula magica del marketing e della comunicazione.

Senza tanti preamboli, ripercorrerò alcune dichiarazioni rilasciate da Paul Wagner – esperto del settore Wine negli Stati Uniti e in Italia – che ritengo assolutamente trasversali e applicabili a tutto il comparto enogastronomico.

 

“I consumatori americani acquistano prodotti per motivi emotivi,

proprio come fanno i consumatori in tutto il mondo.

Apple non vende solo computer: vende uno stile di vita e un’immagine”.

 

Raccontare uno stile di vita non è raccontare la storia di una azienda in modo borioso, non è raccontare la vendemmia (guarda caso sempre “rigorosamente a mano”), raccontare i vitigni, le fasi di fermentazione del vino ecc… ecc… E’ giusto raccontare la propria tradizione, ma è il COME la si racconta a fare la differenza:

 

COIVOLGIMENTO, EMPATIA, EMOZIONE, DIVERTIMENTO, GIOIA, CONDIVISIONE

questo è ciò che fa la differenza e resta nella mente dei nostri clienti.

 

Non è necessario capire ogni dettaglio che sta dietro una lavorazione per godere di un buon calice di vino. “Si tratta di sedurre i clienti, e troppo spesso le cantine cercano invece di convincere i clienti… La musica è complessa quanto il vino, ma Elton John non ha mai suggerito ai suoi consumatori di studiare composizione e armonia per apprezzare meglio la sua musica”.

 

Abbiamo quindi capito che dobbiamo comunicare in modo memorabile: ma come diffondere la nostra comunicazione?

“Media tradizionali, social media e contatto umano diretto con l’intera catena di vendita”.

Aggiungerei con il nostro cliente finale.

Attenzione a non cadere nella trappola del racconto a senso unico e monotono. NON siamo a scuola. Chi si avvicina al nostro brand vuole sentirsi coinvolto, attratto, incuriosito, sedotto e… perché no, anche divertito da un mondo che lo allieta con leggerezza.

 

Formare i dipendenti e i collaboratori è cruciale.

 

Non è sufficiente sapere cosa dire, è la sensibilità di capire chi si ha di fronte a fare la differenza: sapere cogliere i segnali dei nostri clienti (parole, atteggiamenti, sguardi… ) è basilare per essere interessanti, quindi ottenere l’attenzione e far scattare quel legame magico e indissolubile che ci permetterà di rimanere nella mente del nostro cliente anche quando sarà uscito dalla nostra azienda, ma si ricorderà di noi… parlerà di noi, condividerà la sua piacevole sensazione e si farà portavoce di un’esperienza indimenticabile. Spesso questo aspetto è trascurato nelle aziende: “questo è semplicemente cattivo marketing”.

 

In conclusione, cosa fare per vincere in questo mercato competitivo?

  • Il primo passo è sviluppare una storia memorabile che susciti un interesse umano, un’emozione, una passione da condividere.
  • Il secondo è programmare una comunicazione che copra in modo uniforme ed univoco tutti i livelli/target della tua azienda (comunicazione istituzionale, comunicazione commerciale e comunicazione interna).
  • Il terzo è essere consapevoli che nulla può essere compiuto in un solo giorno.

 

Questo e molto altro nell’intervista di Fabio Piccoli a Paul Wagner: ecco il link per approfondimenti.

 

Angela Merati

#buonacomunicazione